“Dal mondo della cultura una spinta trainante per il sistema economico”

01.12.2012 17:44

Alessandria, 30 novembre 2012

“In tutto il mondo si inizia a guardare all’industria culturale e creativa come a uno dei settori che potranno esercitare nei prossimi anni una spinta trainante sul sistema economico. Solo l’Italia fa eccezione. Da noi la cultura è sempre e soltanto un settore marginale, da tagliare, privo di qualunque interesse strategico. I numeri smentiscono però questa leggenda, dimostrando che solo una politica miope può continuare a considerare la cultura un lusso e non una importante occasione di rilancio, di crescita e sviluppo della nostra economia”.

Con queste parole l’On. Marco Botta, consigliere regionale del Pdl, interviene su un argomento che sta scaldando il dibattito nella Commissione Bilancio, impegnata nella discussione degli “interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali” e dell’“assestamento al bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012 e disposizioni finanziarie”.

E naturalmente, quando si parla di spending review il primo settore a finire nel mirino dei tagli è quello della cultura.

“Per rilanciare l’economia del territorio – spiega Botta, componente della Commissione Bilancio – è di importanza fondamentale puntare sulla valorizzazione della cultura. A questo proposito, i numeri parlano chiaro. Infatti nel 2010 l’Italia, con un investimento pubblico in cultura pari a 1,8 miliardi di euro, ha ottenuto un contributo al PIL pari 39,7 miliardi evidenziando, quindi, un moltiplicatore dell’investimento pari a 21,3, il secondo migliore nell’ambito dell’Unione Europea. Se l’Italia investisse una somma pari alla media di quanto messo a disposizione da parte di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna (6,65 miliardi di euro) il contributo al PIL, a parità di moltiplicatore dell’investimento, schizzerebbe a 140 miliardi di euro. Ignorare la cultura, dunque, significa trascurare dati fondamentali del nostro bilancio e soprattutto rendere un pessimo servizio al nostro Paese. Basta pensare che nel 2010 i posti di lavoro direttamente collegabili al settore cultura erano 550.000, di cui 158.326 nello spettacolo dal vivo con un volume di affari complessivo di 1.241.781.191,00 euro. Ma nonostante questi dati la spesa centrale dello Stato per la cultura è 3 volte inferiore a quella dei principali Paesi Europei e risulta in costante flessione sia in valore assoluto, sia in quota percentuale sulla spesa complessiva”.

“Dunque – prosegue l’esponente del Pdl – è molto importante che il Piemonte, Regione che secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia sta risentendo molto più di altre della devastante crisi economica, giochi questa carta”.

“Molto bene, in questo senso, gli emendamenti presentati dal Gruppo Pdl  - conclude Botta - con cui si dispone che i contributi ad associazioni ed enti nell’ambito culturale, turistico e sportivo siano assegnati non esclusivamente mediante bando. L’imposizione dell’uso esclusivo dei bandi, infatti, avrebbe favorito solo gruppi o aggregazioni forti, mortificato la pluralità, la ricchezza e la creatività tanto diffuse sul territorio piemontese. La possibilità di scegliere di volta in volta, secondo le esigenze e le necessità, lo strumento più idoneo per rapportarsi con istituzioni, fondazioni e associazioni culturali, artistiche e sportive, eviterà che la ricca creatività del mondo culturale debba essere stretta e compressa in una camicia di forza burocratica”.